Benvenuto nell' angolo del CW


To read in English, please scroll down the page, TNX!

To read the Blog scroll at end of page.


 

CwCorner by IZØKRC

 


W.O.Coffe drawing patent of first mechanical semiautomatic key  1904
W.O.Coffe drawing patent of first mechanical semiautomatic key 1904

 

Il Cw Corner è un sito dedicato esclusivamente alla storia ed alla collezione dei tasti semiautomatici comunemente detti in gergo radioamatoriale BUG.

 

L'intento del sito non è quello di mostrare i vari tasti semiautomatici che nel corso del tempo sono riuscito a portare in collezione, ma di andare oltre la semplice esposizione.

il focus è di dare a questo sito un valore aggiunto, oltre le semplici foto. Ove possibile cercherò di aggiungere la storia di ogni singolo bug, con aggiunte di riferimenti e particolarità meccaniche e costruttive utilizzate per bypassare ad esempio i brevetti dell'epoca.

Non mancheranno dettagli per alcuni modelli per rilevare le differenze costruttive occorse durante la produzione, dovuti dal normale mutamento del tempo e delle condizioni, un cambio di officina,  le diverse maestranze, la irreperibilità di alcuni materiali, la guerra e così via.

"Problemi di vita quotidiana" che hanno contribuito a vario titolo a determinare la storia di un tasto specifico, di un artigiano o di una casa produttrice.

Ad esempio, il primo bug prodotto da Horace G. Martin, il Martin Vibroplex, si dice che comunemente che è lo stesso modello prodotto e venduto da 00 anni e più. Questo in parte è vero, ma nel corso dei 100 anni Martin o meglio la Vibroplex ha cambiato "pelle" più e più volte, modificando le sedi delle officine produttive, le maestranze e con loro si modificarono anche i modelli prodotti. Se omettiamo le varie targhe di riconoscimento e consideriamo le sole parti funzionali del tasto Martin Vibroplex (oggi denominato Original), si possono rilevare delle modifiche già durante i primi 3 anni di produzione, "un occhio esperto" sa come riconoscere le piccole differenze tra un Original prodotto nel 1905 da quello prodotto nel 1906 o nel 1907 e cosi via.  

Augurandovi una buona visita, vi ringrazio per il vostro interesse.

73 de Claudio A.k.a. IZØKRC.

 

Maggio 2012 - Update Novembre 2019.

 

 

  

____________________________________________________

 

Last Up-date  18 November 2019.

____________________________________________________

 






Il Blog di cw-corner sbarca su Tumblr.

Per questioni di spazio connesse con il sito ospitante, si è creata l'esigenza di traslare il Blog su Tumblr.


Se vuoi leggere la legenda degli articoli, clicca qui

 

Gli argomenti con il tempo saranno traslati su Tumblr, per il link diretto clicca qui.




For reasons of space, has created the need to move the blog on Tumblr, click here to redirect.


If you will read the list of article, click here.






Il 3° Convegno Telegrafico Nazionale è in arrivo     


La Sezione A.R.I. dei Castelli Romani di concerto con Il Museo della Comunicazione di Roma, organizzano una settimana interamente dedicata al tema della Telegrafia. 
Vi invitiamo a leggere la locandina dell'evento ed il riepilogo degli interventi in modo da focalizzarvi su cosa può interessarvi maggiormente. 
L'impegno sarà per noi grande, e con l'aiuto di molti amici Om e non speriamo di centrare l'obbiettivo di far riconoscere la Telegrafia come patrimonio intangibile dell'Umanità.

Tutto ora è in pieno fermento, quindi ai temi richiamati nella locandina, vi saranno ulteriori interventi in corso di definizione.
Ad esempio, su specifica richiesta di un Liceo di Latina, saranno esposte diverse macchine cifratrici, tra cui due Enigma perfettamente funzionanti con le quali proveremo in diretta delle comunicazioni, ci saranno tavoli interattivi con prove dirette e molto altro ancora.
Vi attendiamo curiosi e numerosi.

73 più cordiali dalla Sezione ARI dei Castelli Romani e dagli organizzatori, Claudio IZ0KRC e Vito IZ0GNY









Programma del 2° Convegno Telegrafico Nazionale




Il Convegno ha l’obiettivo di mantenere vivo tra gli appassionati, gli studiosi e anche i semplici curiosi l’interesse per la storia e la tecnica della telegrafia, con speciale ma non unico riferimento a quella con sistema Morse in quanto essa, primo efficace mezzo di comunicazione rapida a lunga distanza reso disponibile a tutti, ha dato inizio alla rivoluzione nel mondo delle comunicazioni che ha favorito l’avvicinamento tra le persone e tra i popoli.

Per questo i radioamatori di molti Paesi, e tra essi in modo particolare quelli italiani, si stanno adoperando affinché la telegrafia Morse, ormai sostituita da nuove tecnologie, sia riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio intangibile dell’Umanità e così non cadano nell’oblio oltre un secolo di studi di scienziati, progetti di ingegneri, impegno di politici, lavoro quotidiano di operatori. Proprio per dare un contributo a ciò, questa edizione del Convegno ha come titolo “La telegrafia come patrimonio dell’Umanità.

Benché organizzato dai radioamatori della Sezione Castelli Romani dell’ARI (Associazione Radioamatori Italiani), con la collaborazione e l’ospitalità del Museo Storico della Comunicazione del M.I.S.E. di Roma, il Convegno non si rivolge però solo ai radioamatori ma a un pubblico il più vario e vasto possibile, con una certa enfasi anche alla didattica e al coinvolgimento delle scuole.

Il Convegno sarà aperto al mattino di lunedì 3 novembre dai rappresentanti del Museo e del Ministero, dell’ARI e dell’UNESCO. Seguiranno interventi di carattere storico-tecnico a cura del Dott. Andrea Borgnino, del Dott. Urbano Cavina, dell’Ing. Cosmo Colavito, del Gen. Francesco Cremona, del Dott. Paolo Emilio Di Nunzio, dell’Ing. Vito Rustia sui temi:

Dagli albori della telecomunicazione alla telegrafia elettrica.
La nascita della comunicazione telegrafica in Italia.
Al di là dell’oceano: la telegrafia sottomarina.
La radiotelegrafia e la sicurezza della vita in mare.
La storia della telegrafia illustrata con i francobolli.
Il futuro digitale parte da lontano.

Per tutta la settimana saranno esposti materiali telegrafici di tipologie solitamente non presenti nel Museo e provenienti dalle collezioni di Chiarucci, Cremona, Ruggieri, Rustia, ed esempi della produzione odierna dell’Officina di Begali, principalmente sui temi:

Telegrafisti si diventa: la didattica della telegrafia.
Telegrafia in verde oliva: apparecchiature e cimeli telegrafici militari della Prima e Seconda Guerra Mondiale.
Obiettivo velocità: evoluzione dei tasti telegrafici dai primordi ai manipolatori elettronici.
Telegrafia e filatelia: le apparecchiature telegrafiche e la loro raffigurazione nei francobolli.

La giornata di chiusura dell’evento, venerdì 7 novembre, sarà dedicata in modo speciale alle scuole, con dimostrazioni pratiche a fini didattici degli oggetti messi in mostra, a cura degli organizzatori della Sezione A.R.I. dei Castelli Romani e del collezionista Eliseo Chiarucci IK6BAK.

Saranno inoltre in esposizione “eccezionale e temporanea” apparecchiature di proprietà del Museo, significative ma normalmente non esposte.


Museo Storico della Comunicazione, Roma EUR, viale Europa
dal 3 al 7 Novembre 2014





All'evento è associato un Diploma, per info http://qrz.com/db/II0CW

 

 


70° Anniversario dello Sbarco di Anzio.

 

 

 Scroll down to read in English, TNX !

 

1401453 128421123995180 145205289 o

 

 Anzio 22 Gennaio 1944sbarco di Anzio.

Nome in codice dell'operazione "operazione Shingle" .

 

La sezione A.R.I. dei Castelli Romani, in piena sintonia con il motto, "se vuoi la pace, prepara la pace", parteciperà in collaborazione con il Museo dello Sbarco, alla commemorazione del 70° Anniversario dello sbarco di Anzio, per ricordare le attrocità che la guerra ha portato nei nostri luoghi e per evitare che in futuro le nuove generazioni ricadano nel "tranello" della guerra.

 

Il giorno 22 gennaio, in coincidenza con la data dello sbarco, avremo un nostro stand dove saranno esposte diverse attrezzature e materiali inerenti le radiocomunicazioni in ambito militare.

 

La nostra Sezione inoltre attiverà due stazioni con i nominativi speciali diIIØCW e IQØAP, che trasmetterà per tutto il giorno proprio dal Museo dello Sbarco di Anzio, a tutt i collegamenti effettuati entro la fine del mese di Gennaio, sarà inviata una speciale Qsl commemorativa.

 

Ci auguriamo di incontravi direttamente il 22 ad Anzio, e magari anche on air.

 

73 de il CD di Sezione.

 

 

 

 

 

 

 

Seguirano foto e descrizione delle giornate commemorative.

Stay tuned. 

 
 
Anzio 22 Gennaio 1944 - Operazione Shingle.
Anzio 22 Gennaio 1944 - Operazione Shingle.
Anzio 22 Gennaio 1944 - Operazione Shingle.
Anzio 22 Gennaio 1944 - Operazione Shingle.
Anzio 22 Gennaio 1944 - Operazione Shingle.
Anzio 22 Gennaio 1944 - Operazione Shingle.
Anzio Gennaio 1944, nei giorni successivi allo sbarco la popolazione solidarizza con le truppe alleate appena sbarcate.
Anzio Gennaio 1944, nei giorni successivi allo sbarco la popolazione solidarizza con le truppe alleate appena sbarcate.
 
 

 

 
 
 
 

 

70° Anniversary of Anzio beach head.

 

 

Anzio 22 January 1944, Anzio Beach head.

Codenamed "Operation Shingle".

 

 

 

The A.R.I. Club Castelli Romani, in harmony with the motto, "If you want peace, prepare the peace", will participate in collaboration with the Museum of the Beach head, the commemoration of the 70°th Anniversary of the Anzio Beach head, to remember that the war has bad resulted in our sites and to avoid that in the future the new generation fall into the "trap" of  war.

 

On 22 January, coinciding with the date of disembarkation of allied trups, we will have a booth where they will be exposed to different equipment and military materials relating to the radio comunications.

 

Our Section also activate two stations with the names and special of IIØCW and IQØAP, which will transmitting all day just from the Museum of the Landing at Anzio, with a special commemorative QSL.

The special commemorative Qsl is active untill the end of jannuary 2014.

 

We hope to meet you directly in 22 at Anzio, and maybe even on air.

 

73 A.R.I. Castelli Romani H.Q.

 

 

 

 

0 Commenti

CONVEGNO TELEGRAFICO NAZIONALE

Sono lieto di annuciare che Domenica 13 Ottobre 2013, presso la casa delle Associazioni di Ariccia, la Sezione A.R.I. Castelli Romani terrà il suo primo incontro dedicato alla telegrafia, sotto la locandina dell'evento.


CONVEGNO TELEGRAFICO NAZIONALE Domenica 13 ottobre 2013 dalle 9:30 alle 17:00 presso la Casa delle Associazioni, in via Strada Nuova angolo via della Croce ARICCIA (Roma) La sezione ARI Castelli Romani organizza una giornata di incontri sul tema della telegrafia. La partecipazione è aperta a tutti e l’ingresso è gratuito. La giornata prevede sia interventi legati al Convegno sia attività didattiche e interattive. Saranno esposte apparecchiature d’epoca, con particolare riferimento ai temi trattati nel Convegno. Sarà presente e attiva una stazione speciale con il nominativo IIØCW. Vi sarà un angolo dedicato allo scambio di oggettistica telegrafica tra appassionati. Si parlerà di: Al mattino • Storia del servizio telegrafico in Italia • Telegrafia via filo • L’evoluzione dei tasti telegrafici • La Mecograph e i suoi prototipi • Il Trik, un tasto non convezionale Nel pomeriggio • Le trasmissioni in QRSS • La Tenda Rossa e la mitica Ondina • Il restauro dei tasti telegrafici d’epoca • Dalla macchina Enigma alla nascita del computer Durante la pausa sarà proiettato pubblicamente per la prima volta in Italia il film “The Last Signals” del regista e produttore statunitense Thomas Lynskey Siete tutti invitati a pratecipare a questa “festa telegrafica”!

Il filo conduttore dell'evento sarà l'evoluzione del tasto in tutte le sue accezioni. Con esso si avranno riferimento anche all'evoluzione di tutto quello che ruota intorno a questo tema principale. Si spazierà dalla telegrafia via filo, passando per l'Enigma, sino ad arrivare al computer con i modi digitali come ad esempio il modo Qrss. Con l'occasione si parlerà del centenario dell'acquisto della Mecograph da parte della Vibroplex, con interessanti strumenti e documenti esposti alla convetion. Sotto un raro documento relativo alla vendita in contemporanea di tasti Vibroplex e Mecograph, frutto del citato acquisto. Poi ancora foto di alcuni semiautomatici esposti. Per aggiornamenti vi invito a visitare questi due siti :

http://www.qrz.com/db/II0CW/ref/1380277746

http://www.aricastelliromani.it/convegno-telegrafico-nazionale

 

Vi aspettiamo numerosi a questa festa telegrafica. 73 de Claudio.


semiautomatici visibili al convegno
semiautomatici visibili al convegno
Bug a sorpresa
Bug a sorpresa

0 Commenti

La Bakelite nei componenti elettrici e telegrafici

 

 

La Bachelite 

 

 

Fu il chimico Statunitense Leo Baekeland (1863-1944) ad inventare la Bachelite ed a brevettarla nel 1907.

Leo Baekeland ricercatore di origine belga, scoprì questo straordinario materiale partendo da un'altra ricerca.

 

Baekeland mentre cercava un sostituto per la gommalacca, combinò per caso tra loro alcuni prodotti sintetici quali il fenolo e la formaldeide, ottenendo così una materia plastica dal colore molto scuro che chiamò bachelite (bakelite) traendo spunto dal suo cognome.

 

Una curiosità linguistica, il nome bachelite in italiano si può scrivere anche bakelite, questa doppia valenza nella lingua italiana è un eredità che abbiamo ereditato dal ventennio fascista, in quel periodo ogni nome straniero doveva essere italianizzato, ed è così che in italia la materia per definizione si definì bachelite, mentre oggi è anche esatto utilizzare il nominativo che Leo Bakeland aveva in origine dato alla sua invenzione, la bakelite.

 

Questa resina artificiale segnò l’inizio dell’era della plastica sintetica.

La gamma dei colori andava dal nero al marrone scuro ma in seguito si misero a punto altre tonalità di colore e in tutte le sfumature possibili.

La bachelite fu quindi una vera rivoluzione in fatto di nuovi materiali.

Era l’evoluzione in positivo dell’ebanite.

Era non solo un materiale nuovo per l’epoca, ma anche ritenuto quasi indistruttibile se confrontato con l’ebanite, aveva un’ottima resistente al calore ed inoltre era anche un ottimo isolante elettrico.

 

Proprio queste sue spiccate proprietà diedero subito il via al suo impiego massiccio nei settori dell’industria e dell’elettricità e della “comunicazioni”.

 

In bachelite si produssero isolatori, radio, telefoni, ventilatori, elettrodomestici di ogni tipo, ed svariati materiali di suo quotidiano come i pettini, le manopole o i manici di pentole e padelle.

 

Nel nostro caso per i paddles ed i Knob dei nostri tasti telegrafici, come per tutte le produzioni di componenti elettrici e telegrafici, quali relais scaricatori manopole di commutazione ecc, prodotti dal 1908 ~ 1909 in poi saranno tutti eseguiti in bachelite, in sostituzione dell'ebanite meno versatile e quindi obsoleta.

 

La bachelite venne usata su larga scala sino fin al finire degli anni sessanta per poi venire superata da altre materie plastiche più evolute.

 

Con la bachelite si potevano anche imitare altri materiali quali l’avorio, l’ambra, la tartaruga… creando monili molto somiglianti a quelli realizzati appunto con altri prodotti, questo perché a differenza dell’ebanite, la bachelite poteva essere prodotta per stampaggio ed inoltre grazie alla sua grande versatilità poteva assumere i colori più disparati, mantenendo lucidità nel prodotto, caratteristica molto richiesta dall’industria manifatturiera.

 

Oggi la bachelite vive una sorta di rinascita grazie ai numerosi numerosi collezionisti, che per curare gli oggetti provenienti dal passato, sono alla costante ricercati di questo materiale, basti pensare che tutte le apparecchiature radio e comunque ogni elettrodomestico prodotto sino ala fine degli anni sessanta, aveva nei suoi componenti, ad esempio le manopole di sintonia o quant’altro,  in bachelite.

 

Alla bachelite è stato dedicato un intero museo, il “Bakelite Museum” di Taunton Inghilterra.

 

In questo caratteristico museo sono conservati esemplari unici tra le prime radio degli anni trenta, telefoni, grammofoni, orologi, soprammobili e perfino ………….. (gli scongiuri sono ammessi) una bara in bachelite :o.

 

Ai fini del nostro hobby è da tener presente che in passato, ma anche oggi vi sono state delle imitazioni della bachelite.

Il metodo che non reca danni alla vera bachelite è quello di riscaldare una punta di uno spillo e di spingerla ancora bella calda contro l’oggetto che si deve testare, se lo spillo inizia ad entrare nel materiale, vuol dire che non si tratta di bachelite.

Oggi la bachelite è ancora possibile trovarla in negozio specializzati, ormai assai rari, dove viene venduta in fogli o barre tonde, piene o vuote, da poter poi opportunamente tagliare a misura e lavorare.

 

Ad oggi l’unico venditore on-line che può soddisfare le necessità del nostro hobby è il sito di Artifaxbook gestito dall’ormai noto Mr. Tom French W1IMQ, li potrete trovare oltre ai paddles e knob di ricambio, anche altre minuterie molto importanti, sino ad arrivare ai veri e propri tasti da collezione.

 

http://artifaxbooks.com/forsale.htm

 

Come noterete il sito è suddiviso in sezioni specifiche e molto ben strutturato e di facile consultazione.

 

Tom W1IMQ dedica il suo sito anche alle edizioni storiche ed è lui stesso autore di alcuni libri che sono delle pietre miliari nel collezionismo di apparecchiature telegrafiche, come “The Vibroplex collectros guide”, oppure “Mc Elroy wolrd champion radio telegrapher”, insieme ad altri libri di altri autori sempre molto interessanti, come il “Perera’s collector guide” che potrete acquistare direttamente su questo sito specializzato.

Vi invito a vistarlo con attenzione, vi troverete una miniera di informazioni

 

http://artifaxbooks.com

 

 

 


        Opuscolo pubblicitario del 1926
Opuscolo pubblicitario del 1926

 

The Bakelite 

 

The American chemist Mr. Leo Baekeland (1863-1944) invented the bakelite and patent it, in the year 1907.

Leo Baekeland, researcher of Belgian origin, discovered this extraordinary material from another search.

 

Baekeland while looking for a replacement for shellac, combined by chance between them some synthetic products such as phenol and formaldehyde, thus obtaining a plastic very dark in colour, which he called bakelite (bakelite) very similar from his surname.

 

A linguistic curiosity, the name bakelite in Italian you can write even bachelite, this double meaning in the English language is a heritage that we have inherited from twenty years of fascism, at that time, every foreign name was Italianized, and so is that in Italy the matter by definition is called bachelite, whereas today it is also accurate to use the callsign that Leo Bakeland had originally given to his invention, bakelite.

 

This artificial resin marked the beginning of the era of synthetic plastic.

The range of colors from black to dark brown but later took up other color tones and in all possible shades.

Bakelite was then a revolution in terms of new materials.

Was the positive evolution of ebonite.

He was not only a new material for that time, but also deemed almost indestructible when compared with ebonite, had an excellent heat-resistant and also was also a great insulator.

 

His own strong gave way to his now massive employment in the sectors of industry and electricity and communications.

 

Bakelite it produced isolators, radios, telephones, fans, household appliances of all kinds, and a variety of materials from his daily as the Combs, the knobs or handles of pots and pans.

 

In our case for the paddles and the Knob of our Telegraph keys, as with all electrical products, such as telegraph and relay switching knobs traps etc, products from 1908 ~ 1909 onwards will all run in bakelite, replacing the less versatile ebonite and therefore obsolete.

 

Bakelite was used on a large scale up to the end of the sixties to be overtaken by other more advanced plastics.

 

With bakelite could even imitate other materials such as ivory, tortoiseshell, amber ... creating jewelry much resembling those made with other products, this is because unlike hard rubber, bakelite could be produced for moulding and also due to its great versatility could take many different colours, maintaining clarity, very characteristic required by the manufacturing industry.

 

Today the bakelite lives a sort of rebirth thanks to the many, many collectors to treat objects from the past, are constantly sought by this material, suffice it to say that all the radio equipment and every appliance produced until late 1960s wing, had its components, such as the tuning knobs, paddle and many other other things.

 

To the bakelite was dedicated an entire Museum, the Bakelite Museum "in the town of Taunton in England.

 

In this museum there are preserved some things, as first radio in backelite (1930), phones, gramophones, clocks, ornaments and even ... ... ... ... ... (the spells are allowed) a bakelite coffin :0.

 

For the purposes of our hobby is to keep in mind that in the past, but even today there have been some imitations of bakelite.

The method that dosen’t damage bakelite, heat a metal needle and push it against the material to be tested.

If the red-hot needle, after few seconds It start to penetrate inside the material tested, we have a plastic product, on the contrary if the needle cannot penetrate the material, then we have a real part in bakelite.

Bakelite is still today can be found in specialized store, now very rare, which is sold in sheets or rods, full or empty, you can then conveniently cut to fit and work.

 

To date the only online seller that can meet the needs of our hobby is the Artifaxbook site managed by Mr. Tom French W1IMQ.

Here you can find them in addition to the paddles and spare knob, also other very important parts usefull to the collectors of telegraphic equipment and keys.

http://artifaxbooks.com/forsale.htm

 

As you can see the site is divided into specific sections and very well structured and easily accessible.

 

Mr. Tom W1IMQ in his website devoted to historical issues and is himself the author of several books that are milestones in the collecting of Telegraph equipment, like "The Vibroplex collectros guide", or "Mc Elroy wolrd champion radio telegrapher", along with other books by other authors always very interesting, like the "Perera's collector guide" that you can buy directly on this site.

I invite you to carefully makes, you will find a wealth of information on

 http://artifaxbooks.com

 



0 Commenti

L'Ebanite nei componenti telegrafici

Prefazione:

 

Vi siete mai chiesti dell'origine dei materiali che si sono utilizzati nella costruzione dei tasti telegrafici ?

 

Avete mai notato che i primi semiautomatici prodotti nei primi anni del '900 avevano i tasti o le palette (Knob and Paddles) di uno strano color bruno.

 

Bene i primi semiautomatici, quelli che hanno avuto la fortuna di arrivare a noi ben conservati e che inoltre mantengono le palette originali, questi componenti sono stati realizzati in ebanite.

I modelli successivi invece, quelli da fine 1908 ~ 1909 iniziano ad essere equipaggiati con parti in bachelite, anoi più nota.

 

Come primo argomento del Blog allegato al sito "cwcorner" parleremo proprio di questo componenete "primordiale", l'EBANITE.

 

Buona lettura :-)

73 de Claudio.

Preface:

Have you ever wondered the origin of materials used in the construction of Telegraph keys?


Well the first semi-automatic, those who have had the good fortune to get to us and well-preserved also maintains the original paddles, these components were manufactured in ebonite.

Later models instead, those from late 1908 ~ 1909 began to be fitted with bakelite parts, well known to us.
As the first argument of the Blog into the site "cw corner" we'll talk about this "primordial" component, the EBONITE, or "Hard Rubber", comonly ask in english languagge.
Have a nice reading:-)

73 de Claudio.
 
 

L’ Ebanite

 

L'ebanite o “hard rubber” come viene denominata in lingua inglese, è un materiale inventato nel 1843 dall’Inglese Charles Goodyear.

L’ebanite viene prodotta con il metodo della vulcanizzazione della gomma naturale, essa viene mescolata con una percentuale variabile tra il 20 ed il 50% di zolfo, con l’aggiunta variabile di altre sostanze minerali come ossido di zinco, carbonato di piombo ecc..

E’ quindi la prima materia plastica di origine “ vegetale ”, permettetemi il paragone che ben vi calza, in sostanza tutte le altre materie plastiche che seguiranno saranno implementate sulla base delle catene più complesse con base di idrocarburi.

Il processo di indurimento viene effettuato portando la mistura ad una temperatura prossima ai 50°C per diverse ore, questo è stato il primo processo di produzione, a cui nel tempo si sono modificate tempi a temperature per una produzione più veloce dell’ebanite.

L'ebanite se pur in maniera molto limitata viene ancora oggi prodotta in fogli, barre o lastre, che seguiranno nel loro processo una successiva fase di lavorazione per ottenere il prodotto finito, non è infatti possibile ottenere realizzazioni a stampo.

L'ebanite è un materiale duro e nel contempo fragile.

Ha un’elevata resistenza alla corrosione da parte di agenti acidi, e proprio grazie a questa caratteristica di resistenza l’hanno vista impiegata per molti anni come isolante di rivestimento per parti soggette a corrosione e come involucro delle prime batterie elettrolitiche.

L’ebanite e un materiale di facile lavorazione, e si ammorbidisce quando la temperatura viene avvicinata alla prossimità dei 50°C.

E' un ottimo isolante elettrico, proprio per questa sua caratteristica e stata a lungo utilizzata per la costruzione di isolanti elettrici (uso che mantiene ancora oggi).

Deve il suo nome[ all'essere stata impiegata inizialmente come sostituto dell'ebano.

L'ebanite costituisce il primo materiale utilizzato per la produzione di penne stilografiche, in uso fin dai primi esemplari prodotti alla fine del 1800, ed in alcuni oggetti che si possono considerare come i precursori della penna stilografica, nei primi isolatori elettrici, nei relais, ma anche in pettini, nei bocchini degli strumenti a fiato o delle pipe, questi ultimi sono tutt’oggi prodotti in ebanite.

 

Nel nostro caso invece l’ebanite è stato l’elemento principale dei primi paddle e knob utilizzati sia dalla Vibroplex che dalla Mecograph, oltre che da tutti gli altri produttori di tasti telegrafici dei primi del novecento.

Successivamente tutti i componenti “plastici” contenuti nei tasti telegrafici iniziarono ad essere prodotti sostituendo l’Ebanite con la Bachelite, 1907, anno in cui Leo Baekeland presenta il suo nuovo materiale, mentre la produzione industriale partirà qualche anno dopo.

 

L’ebanite soffre però di elevata fragilità meccanica, che rende i suoi componenti poco resistenti ad urti e cadute, in questo caso la neutralità chimica si dimostra un difetto in quanto rende quasi impossibile incollare fra loro pezzi di ebanite in maniera resistente.  

L'esposizione alla luce, all'umidità ed al calore, fanno si che uno dei componenti principali dell’Ebanite, lo tende ad ossidarsi e quindi a riaffiorare sulla superficie, colorandola con una sorta di pellicola opaca marrone scuro che rimuove la lucentezza della lucidatura originale.

Questa patina è indice dell'età di una parte in Ebanite, anche se oggi esistono prodotti che possono invertire il processo e riportare il materiale alla lucentezza originaria, l'opportunità di una tale operazione viene messa in discussione da coloro che non ritengono il processo, rispettosa nei riguardi ”del tempo”.

Come si diceva, l’esposizione dell’ebanite al sole ed all’umidità, e determina nel tempo anche una sorta di scolorimento.

 

L’ebanite non è sovra colorabile , infatti il colore naturale dell'ebanite è il nero, gli unici altri colori ottenibili con relativa facilità sono l'arancio, grazie all'uso di cinabro, o il rosso scuro (con l'uso di ematite).

Questo ha dato luogo a diverse lavorazioni, dalla classica ebanite rossa, alle varie combinazioni fra ebanite rossa e nera ( Mottled, Rippled ecc.) fino alla produzione, portata avanti sostanzialmente dalla sola Waterman che nella sua ostinazione è riuscita a non abbandonare questo materiale fornendo adirittura delle nuove colorazioni come il verde, l'azzurro, il giallo ed il rosa, colori però di tipo pastello e non lucido.

 

L'ebanite è stato quindi un materiale innovativo per l'epoca, nato proprio al momento giusto.

Il momento in cui sia nell'industria che nel campo elettricc ed elettronico serivano materiali inerti verso gli agenti agressivi e dovevano essere anche isolanti, tutte caratteristiche riconducibili all'ebanite.

Gli unici nei di questa materia sono la sua fragilità, l'alterabilità del colore nel tempo, la scarsa possibilità ad essere riparata o di creare nuove colorazioni, questo unita all'invenzione di nuove materie plastiche, più versatili nei confronti di un mercato sempre più esigente, hanno di fatto creato il declino nell'uso dell'ebanite, limitata ad oggi solo in prodotti di nicchia come alcune parti di strumenti musicali, i bocchini delle pipe, alcune penne stilografiche importanti, ma niente più, l'ebanite è ormai merce rara anche per il recupero ed il restauro di vecchi strumenti.

 

Queste informazioni le ritengo itili sia ai fini storici dell'elemnto ebanite, sia per chi deve affrontare dei lavori di restauro su alcuni tasti storici, o di valutare con criterio l'originalità dei componeneti di un tasto prima di un suo eventuale acquisto.

 

 

Seguendo il filo conduttore del forum, "la condivisione" ogni intervento attinente al tema è ben accetto e vi ringrazio per gli eventuali contribuiti.

Con i migliori 73 de Claudio IZØKRC.

 

Dicembre 2012.

 

 

Ebonite or "Hard Rubber"

 

The ebonite or "hard rubber " as usualy called in English, is a material invented in 1843 by the Englishman Sir. Charles Goodyear.

The ebonite is produced by method of vulcanization of natural rubber, it is mixed with a sulfur in percentage varying between 20 and 50%, with the addition of variable other minerals like zinc oxide, lead carbonate etc..

It is therefore the first "vegetable plastic" source,  all other plastics essentialy come follow will be implemented on the basis of more complex chains of hydrocarbon based.

The hardening is achieved by bringing the mixture to a temperature of 50°C for several hours, this was the first production process, which over time have encrease the temperatures so have faster the production time to genrate the ebonite.

The ebonite though in very little is still produced in sheets, rods or plates, which will follow in their process a subsequent step of  processing to get the product finished, it's doesn't possible to obtain achievements to mold.

The ebonite is a hard material and at the same time fragile.

Has a high resistance to corrosion by acidic agents, for this characteristic of resistance It's used for many years as a coating for insulator parts subject to corrosion and as the first electrolytic battery casing.

Ebonite and a material easy to manufacture, and it softens when the temperature is approached at close to 50°c.

It is an excellent electrical insulator, precisely because of this characteristic and has long been used for the construction of electrical insulation (I use it still retains).

Why have the name ebonite ?  Because to be used initially as substitute of ebony.

The ebonite represents the first material used for the production of stilographics pens, early electrical insulators, into the telegraphics relais, combs, mouthpieces of air musical instruments or pipes, they are still manufactured all in ebonite.
In our case the ebonite was the main element of the first paddle and knob used by early Vibroplex, Mecograph, as well as all other manufacturers of Telegraph keys of the early twentieth century.

Then all "plastics" components contained in the Telegraph keys began to be produced by replacing the ebonite with bakelite, 1907, after Leo Baekeland that have presents her new material, while industrial production will start a few years later.
 
 The ebonite suffers high mechanical fragility, however, which makes this little components resistant to knocks and falls, in this case chemical neutrality proves to be a flaw because it makes it nearly impossible to glue two damage parts.
 Exposure to light, humidity and heat, make sure that one of the main components of the ebonite, it tends to oxidize and therefore to resurface the sulfate on the surface, colorured with some sort of dark brown opaque film that removes the gloss of the original polishing.

This patina is an indication of the age of a part in ebonite, although there are products that can reverse the process and restore the original gloss material, the chance of such an operation is challenged by those who do not believe the process, respectful of the "past time".
As mentioned above, ebonite exposure to Sun and moisture, and determines in time also a kind of discoloration.

The ebonite is not over, in fact the colorable natural color of ebonite is black, the only other colors that can be obtained with relative ease are orange, with add of cinnabar, or dark red (with add of Hematite).
This gave rise to various processes, from the classic red ebonite, the various combinations between red and black hard rubber (Mottled, Rippled etc.) up to production, carried out mainly by Waterman, that with obstinacy has managed not to abandon this material providing even of new colours such as green, blue, yellow and pink, but have  pastel colours and non-glossy type colours.
The ebonite was thus an innovative material for its time, was born at the right time.
When both industry and elettricaly and electronic field inert materials to aggressive agents and should be insulating all too characteristics attributed to ebonite.

The weak point of ebonite are its fragility, the alterability of color over time, poor ability to create new briliant colour and to repair damage parts.
I believe this information is useful for historians of ebonite, both to those who must deal with have work of restoration on Keys, or evaluate the originality of the parts of a Keys, prior before to purchase it's.

 

Following the theme of this Web-site, dedicate to telegrapics activity and history, the substantive is "sharing" all suggest pertaining to the topic are welcome and thank you for any contributions.

 

with best 73 de Claudio IZØKRC.

 

 

Dicembre 2012.

 

 



0 Commenti

  

 

 

If you will read in English this article, pelase click here!

 

 

La Galalite

 

Galalite o Erinoid in Inglese, deriva dal greco gala (latte) e lithos (pietra), comunemente denominata “osso artificiale”. Il suo nome commerciale è Galalith, una delle prime plastiche*.

 

Fu inventata nel 1897 e brevettata nel 1899 da Friedrich Adolph Spitteler Wilhelm Krische. È prodotta a partire dalla caseina, una proteina del latte.

 

All'inizio del ventesimo secolo, un chimico francese, J.C. Trillat, scoprì la maniera di rendere insolubile la caseina per immersione nella formaldeide. Il materiale può essere foggiato a caldo dentro stampi sotto pressione.

 

Questo materiale rivoluzionò l'industria dell’epoca. La galalite in base alla mescola poteva assumere diversi aspetti di somiglianza, dalla celluloide all’avorio, al guscio di tartaruga, al corno artificiale, al legno. Utilizzato principalmente per produrre i bottoni proprio per la sua elevata capacità di creare effetti strutturali ed imitare tutti i tipi di materiali naturali sopra citati.

 

Il primo stabilimento industriale sorse in Gran Bretagna nel 1913, la produzione mondiale di galalite negli anni ‘30 raggiunse le 10.000 tonnellate anno, una produzione di tutto rilievo.

 

Utilizzata a livello industriale per produrre diversi articoli di gioielleria, penne stilografiche, manici di ombrello, mobili radio e pomelli in genere, (utilizzati anche nelle chiavi telegrafiche del tempo), i bianchi tasti del pianoforte, allora in avorio vennero sostituiti con la economica galalite .

 

Chiave telegrafica tedesca TPK. ben si nota il contrasto tra la galalite del coperchio e la bakelite del pomello.
Chiave telegrafica tedesca TPK. ben si nota il contrasto tra la galalite del coperchio e la bakelite del pomello.
Pomello in galalite su tasto telegrafico Francese
Pomello in galalite su tasto telegrafico Francese

 

Una delle grandi qualità della Galalite è la porosità che la rende perfetta per essere verniciata mediante immersione in bagni colorati. La Galalite in forma nativa ha il colore del bianco latte.


Galalite pura senza aggiunta di coloranti, utilizzata in strumenti musicali e telegrafici
Galalite pura senza aggiunta di coloranti, utilizzata in strumenti musicali e telegrafici

 

 

La galalite viene prodotta in forma di fogli di differente spessore, bastoncini e tubi, che vengono poi lavorati a mano.

 

La Galalite è un “nobile” materiale di origini naturali. Viene ancora prodotto in Italia (in forma di lastre, bastoni e rondelle) principalmente per le aziende di bottoni e accessori per la moda, questo è possibile grazie all'utilizzo di innovative tecniche di lavorazione meccaniche che riescono a conferire a questo materiale un ulteriore valore aggiunto al passo con le richieste del mercato attuale.

 

 

 

Nota : * la prima plastica prodotta la mondo è la bakelite inventata nel 1843 dall’Inglese Charles Goodyear.

 

 

02 Nov. 2018.