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CwCorner by IZØKRC
Il Cw Corner è un sito dedicato esclusivamente alla storia ed alla collezione dei tasti semiautomatici comunemente detti in gergo radioamatoriale BUG.
L'intento del sito non è quello di mostrare i vari tasti semiautomatici che nel corso del tempo sono riuscito a portare in collezione, ma di andare oltre la semplice esposizione.
il focus è di dare a questo sito un valore aggiunto, oltre le semplici foto. Ove possibile cercherò di aggiungere la storia di ogni singolo bug, con aggiunte di riferimenti e particolarità meccaniche e costruttive utilizzate per bypassare ad esempio i brevetti dell'epoca.
Non mancheranno dettagli per alcuni modelli per rilevare le differenze costruttive occorse durante la produzione, dovuti dal normale mutamento del tempo e delle condizioni, un cambio di officina, le diverse maestranze, la irreperibilità di alcuni materiali, la guerra e così via.
"Problemi di vita quotidiana" che hanno contribuito a vario titolo a determinare la storia di un tasto specifico, di un artigiano o di una casa produttrice.
Ad esempio, il primo bug prodotto da Horace G. Martin, il Martin Vibroplex, si dice che comunemente che è lo stesso modello prodotto e venduto da 00 anni e più. Questo in parte è vero, ma nel corso dei 100 anni Martin o meglio la Vibroplex ha cambiato "pelle" più e più volte, modificando le sedi delle officine produttive, le maestranze e con loro si modificarono anche i modelli prodotti. Se omettiamo le varie targhe di riconoscimento e consideriamo le sole parti funzionali del tasto Martin Vibroplex (oggi denominato Original), si possono rilevare delle modifiche già durante i primi 3 anni di produzione, "un occhio esperto" sa come riconoscere le piccole differenze tra un Original prodotto nel 1905 da quello prodotto nel 1906 o nel 1907 e cosi via.
Augurandovi una buona visita, vi ringrazio per il vostro interesse.
73 de Claudio A.k.a. IZØKRC.
Maggio 2012 - Update Novembre 2019.
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Last Up-date 18 November 2019.
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Il 3° Convegno Telegrafico Nazionale è in arrivo
Il Convegno ha l’obiettivo di mantenere vivo tra gli
appassionati, gli studiosi e anche i semplici curiosi l’interesse per la storia e la tecnica della telegrafia, con speciale ma non unico riferimento a quella con sistema Morse in quanto essa,
primo efficace mezzo di comunicazione rapida a lunga distanza reso disponibile a tutti, ha dato inizio alla rivoluzione nel mondo delle comunicazioni che ha favorito l’avvicinamento tra le
persone e tra i popoli.
Per questo i radioamatori di molti Paesi, e tra essi in
modo particolare quelli italiani, si stanno adoperando affinché la telegrafia Morse, ormai sostituita da nuove tecnologie, sia riconosciuta dall’UNESCO come patrimonio intangibile dell’Umanità e
così non cadano nell’oblio oltre un secolo di studi di scienziati, progetti di ingegneri, impegno di politici, lavoro quotidiano di operatori. Proprio per dare un contributo a ciò, questa
edizione del Convegno ha come titolo “La telegrafia come patrimonio dell’Umanità.
Benché organizzato dai radioamatori della Sezione Castelli
Romani dell’ARI (Associazione Radioamatori Italiani), con la collaborazione e l’ospitalità del Museo Storico della Comunicazione del M.I.S.E. di Roma, il Convegno non si rivolge però solo ai
radioamatori ma a un pubblico il più vario e vasto possibile, con una certa enfasi anche alla didattica e al coinvolgimento delle scuole.
Il Convegno sarà aperto al mattino di lunedì 3 novembre dai
rappresentanti del Museo e del Ministero, dell’ARI e dell’UNESCO. Seguiranno interventi di carattere storico-tecnico a cura del Dott. Andrea Borgnino, del Dott. Urbano Cavina, dell’Ing. Cosmo
Colavito, del Gen. Francesco Cremona, del Dott. Paolo Emilio Di Nunzio, dell’Ing. Vito Rustia sui temi:
Dagli albori della telecomunicazione alla telegrafia
elettrica.
La nascita della comunicazione telegrafica in
Italia.
Al di là dell’oceano: la telegrafia
sottomarina.
La radiotelegrafia e la sicurezza della vita in
mare.
La storia della telegrafia illustrata con i
francobolli.
Il futuro digitale parte da lontano.
Per tutta la settimana saranno esposti materiali
telegrafici di tipologie solitamente non presenti nel Museo e provenienti dalle collezioni di Chiarucci, Cremona, Ruggieri, Rustia, ed esempi della produzione odierna dell’Officina di Begali,
principalmente sui temi:
Telegrafisti si diventa: la didattica della
telegrafia.
Telegrafia in verde oliva: apparecchiature e cimeli
telegrafici militari della Prima e Seconda Guerra Mondiale.
Obiettivo velocità: evoluzione dei tasti telegrafici dai
primordi ai manipolatori elettronici.
Telegrafia e filatelia: le apparecchiature telegrafiche e
la loro raffigurazione nei francobolli.
La giornata di chiusura dell’evento, venerdì 7 novembre,
sarà dedicata in modo speciale alle scuole, con dimostrazioni pratiche a fini didattici degli oggetti messi in mostra, a cura degli organizzatori della Sezione A.R.I. dei Castelli Romani e del
collezionista Eliseo Chiarucci IK6BAK.
Saranno inoltre in esposizione “eccezionale e temporanea”
apparecchiature di proprietà del Museo, significative ma normalmente non esposte.
All'evento è associato un Diploma, per
info http://qrz.com/db/II0CW
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Anzio 22 Gennaio 1944, sbarco di Anzio.
Nome in codice dell'operazione "operazione Shingle" .
La sezione A.R.I. dei Castelli Romani, in piena sintonia con il motto, "se vuoi la pace, prepara la pace", parteciperà in collaborazione con il Museo dello Sbarco, alla commemorazione del 70° Anniversario dello sbarco di Anzio, per ricordare le attrocità che la guerra ha portato nei nostri luoghi e per evitare che in futuro le nuove generazioni ricadano nel "tranello" della guerra.
Il giorno 22 gennaio, in coincidenza con la data dello sbarco, avremo un nostro stand dove saranno esposte diverse attrezzature e materiali inerenti le radiocomunicazioni in ambito militare.
La nostra Sezione inoltre attiverà due stazioni con i nominativi speciali diIIØCW e IQØAP, che trasmetterà per tutto il giorno proprio dal Museo dello Sbarco di Anzio, a tutt i collegamenti effettuati entro la fine del mese di Gennaio, sarà inviata una speciale Qsl commemorativa.
Ci auguriamo di incontravi direttamente il 22 ad Anzio, e magari anche on air.
73 de il CD di Sezione.
Seguirano foto e descrizione delle giornate commemorative.
Stay tuned.
Anzio 22 January 1944, Anzio Beach head.
Codenamed "Operation Shingle".
The A.R.I. Club Castelli Romani, in harmony with the motto, "If you want peace, prepare the peace", will participate in collaboration with the Museum of the Beach head, the commemoration of the 70°th Anniversary of the Anzio Beach head, to remember that the war has bad resulted in our sites and to avoid that in the future the new generation fall into the "trap" of war.
On 22 January, coinciding with the date of disembarkation of allied trups, we will have a booth where they will be exposed to different equipment and military materials relating to the radio comunications.
Our Section also activate two stations with the names and special of IIØCW and IQØAP, which will transmitting all day just from the Museum of the Landing at Anzio, with a special commemorative QSL.
The special commemorative Qsl is active untill the end of jannuary 2014.
We hope to meet you directly in 22 at Anzio, and maybe even on air.
73 A.R.I. Castelli Romani H.Q.
Sono lieto di annuciare che Domenica 13 Ottobre 2013, presso la casa delle Associazioni di Ariccia, la Sezione A.R.I. Castelli Romani terrà il suo primo incontro dedicato alla telegrafia, sotto la locandina dell'evento.
Il filo conduttore dell'evento sarà l'evoluzione del tasto in tutte le sue accezioni. Con esso si avranno riferimento anche all'evoluzione di tutto quello che ruota intorno a questo tema principale. Si spazierà dalla telegrafia via filo, passando per l'Enigma, sino ad arrivare al computer con i modi digitali come ad esempio il modo Qrss. Con l'occasione si parlerà del centenario dell'acquisto della Mecograph da parte della Vibroplex, con interessanti strumenti e documenti esposti alla convetion. Sotto un raro documento relativo alla vendita in contemporanea di tasti Vibroplex e Mecograph, frutto del citato acquisto. Poi ancora foto di alcuni semiautomatici esposti. Per aggiornamenti vi invito a visitare questi due siti :
• http://www.qrz.com/db/II0CW/ref/1380277746
• http://www.aricastelliromani.it/convegno-telegrafico-nazionale
Vi aspettiamo numerosi a questa festa telegrafica. 73 de Claudio.
La Bachelite
Fu il chimico Statunitense Leo Baekeland (1863-1944) ad inventare la Bachelite ed a brevettarla nel 1907.
Leo Baekeland ricercatore di origine belga, scoprì questo straordinario materiale partendo da un'altra ricerca.
Baekeland mentre cercava un sostituto per la gommalacca, combinò per caso tra loro alcuni prodotti sintetici quali il fenolo e la formaldeide, ottenendo così una materia plastica dal colore molto scuro che chiamò bachelite (bakelite) traendo spunto dal suo cognome.
Una curiosità linguistica, il nome bachelite in italiano si può scrivere anche bakelite, questa doppia valenza nella lingua italiana è un eredità che abbiamo ereditato dal ventennio fascista, in quel periodo ogni nome straniero doveva essere italianizzato, ed è così che in italia la materia per definizione si definì bachelite, mentre oggi è anche esatto utilizzare il nominativo che Leo Bakeland aveva in origine dato alla sua invenzione, la bakelite.
Questa resina artificiale segnò l’inizio dell’era della plastica sintetica.
La gamma dei colori andava dal nero al marrone scuro ma in seguito si misero a punto altre tonalità di colore e in tutte le sfumature possibili.
La bachelite fu quindi una vera rivoluzione in fatto di nuovi materiali.
Era l’evoluzione in positivo dell’ebanite.
Era non solo un materiale nuovo per l’epoca, ma anche ritenuto quasi indistruttibile se confrontato con l’ebanite, aveva un’ottima resistente al calore ed inoltre era anche un ottimo isolante elettrico.
Proprio queste sue spiccate proprietà diedero subito il via al suo impiego massiccio nei settori dell’industria e dell’elettricità e della “comunicazioni”.
In bachelite si produssero isolatori, radio, telefoni, ventilatori, elettrodomestici di ogni tipo, ed svariati materiali di suo quotidiano come i pettini, le manopole o i manici di pentole e padelle.
Nel nostro caso per i paddles ed i Knob dei nostri tasti telegrafici, come per tutte le produzioni di componenti elettrici e telegrafici, quali relais scaricatori manopole di commutazione ecc, prodotti dal 1908 ~ 1909 in poi saranno tutti eseguiti in bachelite, in sostituzione dell'ebanite meno versatile e quindi obsoleta.
La bachelite venne usata su larga scala sino fin al finire degli anni sessanta per poi venire superata da altre materie plastiche più evolute.
Con la bachelite si potevano anche imitare altri materiali quali l’avorio, l’ambra, la tartaruga… creando monili molto somiglianti a quelli realizzati appunto con altri prodotti, questo perché a differenza dell’ebanite, la bachelite poteva essere prodotta per stampaggio ed inoltre grazie alla sua grande versatilità poteva assumere i colori più disparati, mantenendo lucidità nel prodotto, caratteristica molto richiesta dall’industria manifatturiera.
Oggi la bachelite vive una sorta di rinascita grazie ai numerosi numerosi collezionisti, che per curare gli oggetti provenienti dal passato, sono alla costante ricercati di questo materiale, basti pensare che tutte le apparecchiature radio e comunque ogni elettrodomestico prodotto sino ala fine degli anni sessanta, aveva nei suoi componenti, ad esempio le manopole di sintonia o quant’altro, in bachelite.
Alla bachelite è stato dedicato un intero museo, il “Bakelite Museum” di Taunton Inghilterra.
In questo caratteristico museo sono conservati esemplari unici tra le prime radio degli anni trenta, telefoni, grammofoni, orologi, soprammobili e perfino ………….. (gli scongiuri sono ammessi) una bara in bachelite :o.
Ai fini del nostro hobby è da tener presente che in passato, ma anche oggi vi sono state delle imitazioni della bachelite.
Il metodo che non reca danni alla vera bachelite è quello di riscaldare una punta di uno spillo e di spingerla ancora bella calda contro l’oggetto che si deve testare, se lo spillo inizia ad entrare nel materiale, vuol dire che non si tratta di bachelite.
Oggi la bachelite è ancora possibile trovarla in negozio specializzati, ormai assai rari, dove viene venduta in fogli o barre tonde, piene o vuote, da poter poi opportunamente tagliare a misura e lavorare.
Ad oggi l’unico venditore on-line che può soddisfare le necessità del nostro hobby è il sito di Artifaxbook gestito dall’ormai noto Mr. Tom French W1IMQ, li potrete trovare oltre ai paddles e knob di ricambio, anche altre minuterie molto importanti, sino ad arrivare ai veri e propri tasti da collezione.
http://artifaxbooks.com/forsale.htm
Come noterete il sito è suddiviso in sezioni specifiche e molto ben strutturato e di facile consultazione.
Tom W1IMQ dedica il suo sito anche alle edizioni storiche ed è lui stesso autore di alcuni libri che sono delle pietre miliari nel collezionismo di apparecchiature telegrafiche, come “The Vibroplex collectros guide”, oppure “Mc Elroy wolrd champion radio telegrapher”, insieme ad altri libri di altri autori sempre molto interessanti, come il “Perera’s collector guide” che potrete acquistare direttamente su questo sito specializzato.
Vi invito a vistarlo con attenzione, vi troverete una miniera di informazioni
The Bakelite
The American chemist Mr. Leo Baekeland (1863-1944) invented the bakelite and patent it, in the year 1907.
Leo Baekeland, researcher of Belgian origin, discovered this extraordinary material from another search.
Baekeland while looking for a replacement for shellac, combined by chance between them some synthetic products such as phenol and formaldehyde, thus obtaining a plastic very dark in colour, which he called bakelite (bakelite) very similar from his surname.
A linguistic curiosity, the name bakelite in Italian you can write even bachelite, this double meaning in the English language is a heritage that we have inherited from twenty years of fascism, at that time, every foreign name was Italianized, and so is that in Italy the matter by definition is called bachelite, whereas today it is also accurate to use the callsign that Leo Bakeland had originally given to his invention, bakelite.
This artificial resin marked the beginning of the era of synthetic plastic.
The range of colors from black to dark brown but later took up other color tones and in all possible shades.
Bakelite was then a revolution in terms of new materials.
Was the positive evolution of ebonite.
He was not only a new material for that time, but also deemed almost indestructible when compared with ebonite, had an excellent heat-resistant and also was also a great insulator.
His own strong gave way to his now massive employment in the sectors of industry and electricity and communications.
Bakelite it produced isolators, radios, telephones, fans, household appliances of all kinds, and a variety of materials from his daily as the Combs, the knobs or handles of pots and pans.
In our case for the paddles and the Knob of our Telegraph keys, as with all electrical products, such as telegraph and relay switching knobs traps etc, products from 1908 ~ 1909 onwards will all run in bakelite, replacing the less versatile ebonite and therefore obsolete.
Bakelite was used on a large scale up to the end of the sixties to be overtaken by other more advanced plastics.
With bakelite could even imitate other materials such as ivory, tortoiseshell, amber ... creating jewelry much resembling those made with other products, this is because unlike hard rubber, bakelite could be produced for moulding and also due to its great versatility could take many different colours, maintaining clarity, very characteristic required by the manufacturing industry.
Today the bakelite lives a sort of rebirth thanks to the many, many collectors to treat objects from the past, are constantly sought by this material, suffice it to say that all the radio equipment and every appliance produced until late 1960s wing, had its components, such as the tuning knobs, paddle and many other other things.
To the bakelite was dedicated an entire Museum, the Bakelite Museum "in the town of Taunton in England.
In this museum there are preserved some things, as first radio in backelite (1930), phones, gramophones, clocks, ornaments and even ... ... ... ... ... (the spells are allowed) a bakelite coffin :0.
For the purposes of our hobby is to keep in mind that in the past, but even today there have been some imitations of bakelite.
The method that dosen’t damage bakelite, heat a metal needle and push it against the material to be tested.
If the red-hot needle, after few seconds It start to penetrate inside the material tested, we have a plastic product, on the contrary if the needle cannot penetrate the material, then we have a real part in bakelite.
Bakelite is still today can be found in specialized store, now very rare, which is sold in sheets or rods, full or empty, you can then conveniently cut to fit and work.
To date the only online seller that can meet the needs of our hobby is the Artifaxbook site managed by Mr. Tom French W1IMQ.
Here you can find them in addition to the paddles and spare knob, also other very important parts usefull to the collectors of telegraphic equipment and keys.
http://artifaxbooks.com/forsale.htm
As you can see the site is divided into specific sections and very well structured and easily accessible.
Mr. Tom W1IMQ in his website devoted to historical issues and is himself the author of several books that are milestones in the collecting of Telegraph equipment, like "The Vibroplex collectros guide", or "Mc Elroy wolrd champion radio telegrapher", along with other books by other authors always very interesting, like the "Perera's collector guide" that you can buy directly on this site.
I invite you to carefully makes, you will find a wealth of information on
Prefazione:
Vi siete mai chiesti dell'origine dei materiali che si sono utilizzati nella costruzione dei tasti telegrafici ?
Bene i primi semiautomatici, quelli che hanno avuto la fortuna di arrivare a noi ben conservati e che inoltre mantengono le palette originali, questi componenti sono stati realizzati in ebanite.
I modelli successivi invece, quelli da fine 1908 ~ 1909 iniziano ad essere equipaggiati con parti in bachelite, anoi più nota.
Come primo argomento del Blog allegato al sito "cwcorner" parleremo proprio di questo componenete "primordiale", l'EBANITE.
Buona lettura :-)
73 de Claudio.
L’ Ebanite
L'ebanite o “hard rubber” come viene denominata in lingua inglese, è un materiale inventato nel 1843 dall’Inglese Charles Goodyear.
L’ebanite viene prodotta con il metodo della vulcanizzazione della gomma naturale, essa viene mescolata con una percentuale variabile tra il 20 ed il 50% di zolfo, con l’aggiunta variabile di altre sostanze minerali come ossido di zinco, carbonato di piombo ecc..
E’ quindi la prima materia plastica di origine “ vegetale ”, permettetemi il paragone che ben vi calza, in sostanza tutte le altre materie plastiche che seguiranno saranno implementate sulla base delle catene più complesse con base di idrocarburi.
Il processo di indurimento viene effettuato portando la mistura ad una temperatura prossima ai 50°C per diverse ore, questo è stato il primo processo di produzione, a cui nel tempo si sono modificate tempi a temperature per una produzione più veloce dell’ebanite.
L'ebanite se pur in maniera molto limitata viene ancora oggi prodotta in fogli, barre o lastre, che seguiranno nel loro processo una successiva fase di lavorazione per ottenere il prodotto finito, non è infatti possibile ottenere realizzazioni a stampo.
L'ebanite è un materiale duro e nel contempo fragile.
Ha un’elevata resistenza alla corrosione da parte di agenti acidi, e proprio grazie a questa caratteristica di resistenza l’hanno vista impiegata per molti anni come isolante di rivestimento per parti soggette a corrosione e come involucro delle prime batterie elettrolitiche.
L’ebanite e un materiale di facile lavorazione, e si ammorbidisce quando la temperatura viene avvicinata alla prossimità dei 50°C.
E' un ottimo isolante elettrico, proprio per questa sua caratteristica e stata a lungo utilizzata per la costruzione di isolanti elettrici (uso che mantiene ancora oggi).
Deve il suo nome[ all'essere stata impiegata inizialmente come sostituto dell'ebano.
L'ebanite costituisce il primo materiale utilizzato per la produzione di penne stilografiche, in uso fin dai primi esemplari prodotti alla fine del 1800, ed in alcuni oggetti che si possono considerare come i precursori della penna stilografica, nei primi isolatori elettrici, nei relais, ma anche in pettini, nei bocchini degli strumenti a fiato o delle pipe, questi ultimi sono tutt’oggi prodotti in ebanite.
Nel nostro caso invece l’ebanite è stato l’elemento principale dei primi paddle e knob utilizzati sia dalla Vibroplex che dalla Mecograph, oltre che da tutti gli altri produttori di tasti telegrafici dei primi del novecento.
Successivamente tutti i componenti “plastici” contenuti nei tasti telegrafici iniziarono ad essere prodotti sostituendo l’Ebanite con la Bachelite, 1907, anno in cui Leo Baekeland presenta il suo nuovo materiale, mentre la produzione industriale partirà qualche anno dopo.
L’ebanite soffre però di elevata fragilità meccanica, che rende i suoi componenti poco resistenti ad urti e cadute, in questo caso la neutralità chimica si dimostra un difetto in quanto rende quasi impossibile incollare fra loro pezzi di ebanite in maniera resistente.
L'esposizione alla luce, all'umidità ed al calore, fanno si che uno dei componenti principali dell’Ebanite, lo tende ad ossidarsi e quindi a riaffiorare sulla superficie, colorandola con una sorta di pellicola opaca marrone scuro che rimuove la lucentezza della lucidatura originale.
Questa patina è indice dell'età di una parte in Ebanite, anche se oggi esistono prodotti che possono invertire il processo e riportare il materiale alla lucentezza originaria, l'opportunità di una tale operazione viene messa in discussione da coloro che non ritengono il processo, rispettosa nei riguardi ”del tempo”.
Come si diceva, l’esposizione dell’ebanite al sole ed all’umidità, e determina nel tempo anche una sorta di scolorimento.
L’ebanite non è sovra colorabile , infatti il colore naturale dell'ebanite è il nero, gli unici altri colori ottenibili con relativa facilità sono l'arancio, grazie all'uso di cinabro, o il rosso scuro (con l'uso di ematite).
Questo ha dato luogo a diverse lavorazioni, dalla classica ebanite rossa, alle varie combinazioni fra ebanite rossa e nera ( Mottled, Rippled ecc.) fino alla produzione, portata avanti sostanzialmente dalla sola Waterman che nella sua ostinazione è riuscita a non abbandonare questo materiale fornendo adirittura delle nuove colorazioni come il verde, l'azzurro, il giallo ed il rosa, colori però di tipo pastello e non lucido.
L'ebanite è stato quindi un materiale innovativo per l'epoca, nato proprio al momento giusto.
Il momento in cui sia nell'industria che nel campo elettricc ed elettronico serivano materiali inerti verso gli agenti agressivi e dovevano essere anche isolanti, tutte caratteristiche riconducibili all'ebanite.
Gli unici nei di questa materia sono la sua fragilità, l'alterabilità del colore nel tempo, la scarsa possibilità ad essere riparata o di creare nuove colorazioni, questo unita all'invenzione di nuove materie plastiche, più versatili nei confronti di un mercato sempre più esigente, hanno di fatto creato il declino nell'uso dell'ebanite, limitata ad oggi solo in prodotti di nicchia come alcune parti di strumenti musicali, i bocchini delle pipe, alcune penne stilografiche importanti, ma niente più, l'ebanite è ormai merce rara anche per il recupero ed il restauro di vecchi strumenti.
Queste informazioni le ritengo itili sia ai fini storici dell'elemnto ebanite, sia per chi deve affrontare dei lavori di restauro su alcuni tasti storici, o di valutare con criterio l'originalità dei componeneti di un tasto prima di un suo eventuale acquisto.
Seguendo il filo conduttore del forum, "la condivisione" ogni intervento attinente al tema è ben accetto e vi ringrazio per gli eventuali contribuiti.
Con i migliori 73 de Claudio IZØKRC.
Dicembre 2012.
Ebonite or "Hard Rubber"
Dicembre 2012.
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Galalite o Erinoid in Inglese, deriva dal greco gala (latte) e lithos (pietra), comunemente denominata “osso artificiale”. Il suo nome commerciale è Galalith, una delle prime plastiche*.
Fu inventata nel 1897 e brevettata nel 1899 da Friedrich Adolph Spitteler e Wilhelm Krische. È prodotta a partire dalla caseina, una proteina del latte.
All'inizio del ventesimo secolo, un chimico francese, J.C. Trillat, scoprì la maniera di rendere insolubile la caseina per immersione nella formaldeide. Il materiale può essere foggiato a caldo dentro stampi sotto pressione.
Questo materiale rivoluzionò l'industria dell’epoca. La galalite in base alla mescola poteva assumere diversi aspetti di somiglianza, dalla celluloide all’avorio, al guscio di tartaruga, al corno artificiale, al legno. Utilizzato principalmente per produrre i bottoni proprio per la sua elevata capacità di creare effetti strutturali ed imitare tutti i tipi di materiali naturali sopra citati.
Il primo stabilimento industriale sorse in Gran Bretagna nel 1913, la produzione mondiale di galalite negli anni ‘30 raggiunse le 10.000 tonnellate anno, una produzione di tutto rilievo.
Utilizzata a livello industriale per produrre diversi articoli di gioielleria, penne stilografiche, manici di ombrello, mobili radio e pomelli in genere, (utilizzati anche nelle chiavi telegrafiche del tempo), i bianchi tasti del pianoforte, allora in avorio vennero sostituiti con la economica galalite .
Una delle grandi qualità della Galalite è la porosità che la rende perfetta per essere verniciata mediante immersione in bagni colorati. La Galalite in forma nativa ha il colore del bianco latte.
La galalite viene prodotta in forma di fogli di differente spessore, bastoncini e tubi, che vengono poi lavorati a mano.
La Galalite è un “nobile” materiale di origini naturali. Viene ancora prodotto in Italia (in forma di lastre, bastoni e rondelle) principalmente per le aziende di bottoni e accessori per la moda, questo è possibile grazie all'utilizzo di innovative tecniche di lavorazione meccaniche che riescono a conferire a questo materiale un ulteriore valore aggiunto al passo con le richieste del mercato attuale.
Nota : * la prima plastica prodotta la mondo è la bakelite inventata nel 1843 dall’Inglese Charles Goodyear.
02 Nov. 2018.